“Nuove prospettive sul giudeo-cristianesimo”: significativamente il sottotitolo di questa ricchissima raccolta di saggi riprende quello del colloquio tenuto a Torino nel novembre 1999, nel quadro del quale furono presentati gli interventi qui stampati ed attraverso il quale Filoramo e Gianotto hanno cercato di riportare al centro del dibattito storiografico italiano un tema da troppo tempo oggetto in scarsa considerazione. Il titolo stesso riprende quello di un celebre libro di Marcel Simon, del quale proprio nel 1999 si ricordava il cinquantesimo anniversario della pubblicazione, che segnò una tappa fondamentale nella direzione di una rinnovata messa a punto del giudeo-cristianesimo. In effetti una maggiore attenzione per il lavoro, si può quasi dire “profetico”, di Simon non appare affatto fuori luogo, dal momento che l’insigne studioso francese fu uno dei primi a tematizzare il problema essenziale di quali furono le categorie fondamentali che segnarono la separazione delle due religioni cristiana e giudaica. Oggi, di nuovo, la maggioranza degli esegeti e degli storici, soprattutto in conseguenza del maggior interesse per gli apporti delle scienze sociali, sembra domandarsi in modo sempre più insistente se nell’epocale “distacco” abbiano giocato una parte più rilevante le posizioni teologiche, spesso elaborate a posteriori e sulla base di pregiudizi ideologici, oppure le pratiche rituali proprie di gruppi religiosi differenti. Verus Israel, che, oltre alla riflessione storiografica, include interventi di alcuni fra i maggiori specialisti italiani ed internazionali di giudeo-cristianesimo (come Pesce, Mimouni, Dorival, Norelli, Wehnert e Cirillo), si pone su questa feconda ed innovativa linea di ricerca. L’ampio panorama dei vari gruppi religiosi, che, con atteggiamenti molto diversificati e “successo” non sempre trascurabile, tentarono di mantenere il rigoroso rispetto della legge mosaica e contemporaneamente la fede in Gesù come Messia escatologico, apre prospettive quanto mai nuove sulla storia delle origini cristiane. Dalla lettura di testi troppo spesso dimenticati o trascurati a causa di preconcetti ideologici emerge un’immagine nuova e stimolante del pluralismo che caratterizzò non solamente il cristianesimo dei primi secoli, ma anche la sua supposta controparte giudaica. Una ricerca di grandissima attualità anche e soprattutto perché condotta in un momento storico in cui più complesse si presentano le relazioni fra le forme religiose tradizionali, mentre si fa più evidente la necessità di acquisire una salutare distanza da “miti delle origini” privi di reali fondamenti e talvolta decisamente pericolosi.