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L'immaginazione letteraria e la pluralità dei mondi Gabriella TurnaturiVideo integrale
Il nostro mondo, senza la letteratura, sarebbe impoverito non solo di emozioni, come comunemente si crede, ma anche di conoscenza. Di conoscenza di noi stessi e della realtà. In questo senso i grandi testi letterari alludono sempre a un mondo intero e perciò lo riconnettono dando significato al frammentario. Quindi non solo appaiono come mondi, ma ci stimolano anche a guardare al mondo come a un testo fatto di trame. La letteratura riattiva le zone d’ombra e, per il fatto stesso di essere finzione, fa affiorare dubbi e domande, mette in discussione il senso comune. Svelando mondi paralleli, proprio perché è finzione, svela la non necessità di ciò che è successo, e serve, come dice Javier Marias, da promemoria di quelle parti, di quelle dimensioni che siamo soliti tralasciare soprattutto quando cerchiamo di spiegare, di definire. In questo senso possiamo dire, forse con un ossimoro, che la letteratura, proprio in quanto finzione e opera dell’immaginazione, ci restituisce concretezza. Il romanzo ci rende il possibile, le congetture, le ipotesi, ciò che è stato tralasciato. Ci restituisce i contorti percorsi della vita che, secondo Marias, si compongono anche delle nostre perdite e dei nostri rifiuti, di «ciò che non abbiamo scelto o non abbiamo ottenuto, di ciò che abbiamo abbandonato e di ciò che ci ha abbandonati. Insomma noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, forse siamo fatti in egual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere».(da G. Turnaturi, Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria, Roma-Bari, Laterza, 2003, pp. 19-23)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.