Audio integrale
Gli ultimi due decenni possono essere letti come un avanzamento del civile nei confronti dello statale, con una società civile che sempre più rivendica il diritto di voce nella sfera pubblica. Infatti, è primariamente la società civile il luogo nel quale i cittadini esprimono la propria personalità e dove si formano i valori che poi animano sia l’azione politica che quella economica. Negli ultimi anni si evidenzia così l’esigenza di «civilizzare» (e cioè inserire all’interno delle dinamiche della società civile) anche il mercato, che la concezione dominante aveva relegato fuori della sfera civile: è questo il fenomeno noto con il nome di «responsabilità sociale dell’impresa». Più in generale, sono numerose oggi, benché minoritarie, le espressioni che si muovono all’interno di una economia sociale o civile, che rivendicano la reciprocità come prioritaria anche nel fare economia. L’economia post-moderna, infatti, è interessata anche alla qualità nei servizi alla persona: il settore che, di fatto, occupa una sempre maggiore centralità nei mercati. Per questo, l’economia dell’individuo, centrata sulle merci o sui beni materiali, sta cedendo il passo all’economia della persona, centrata sulle relazioni o sui «beni relazionali» (M. Nussbaum). Anche sul piano più propriamente teoretico, si annunciano così delle novità nella direzione d’una economia personalista che tende a superare l’impostazione individualista della scienza economica moderna. «Economia delle relazioni umane», «economia e socialità», «economia di comunione», «beni relazionali» sono parole chiave che stanno entrando nel dibattito di teoria e politica economica e dicono l’emergere di un’attenzione nuova per il tema della relazione interpersonale e della reciprocità anche da parte degli economisti. La ragione di ciò risiede nel fatto che più procede la spersonalizzazione dei rapporti umani che la globalizzazione porta con sé, più aumenta la consapevolezza che i beni più preziosi, anche in quelle economie post-moderne che sono impegnate a risolvere il problema della scarsità di merci, sono effettivamente i rapporti personali. È la dinamica della reciprocità che riesce a trasformare l’individuo in persona, e quindi a proporre una composizione tra le esigenze del singolo e quelle degli altri. Un tema che sta innovando il modo d’intendere molte categorie economiche tradizionali è, per esempio, quello che va sotto il nome di «paradosso della felicità», che per certi versi riporta l’economia post-moderna alle sue radici nel pensiero greco, nella tradizione cristiana, nell’umanesimo civile, e al tema settecentesco della «pubblica felicità». […] La riflessione teologica e filosofica sulla felicità indica infatti che essa ha natura paradossale, perché indissolubilmente legata ai rapporti con gli altri e alla reciprocità. […]
L’etica che deve ispirare l’azione economica, secondo l’umanesimo cristiano, è in definitiva quella della persona, che è se stessa solo in rapporto di reciprocità con gli altri, per l’impronta trinitaria che porta in sé impressa. […]. Ci troviamo di fronte a un modello in gran parte ancora inedito di configurare la presenza dei cristiani nella società. La predicazione di Cristo, che lega strettamente tra loro l’accesso al mistero di Dio che si rende presente nella vita personale e l’agire relazionale e sociale che ne consegue, alle origini del cristianesimo come oggi, non richiama a ritornare al vecchio ordine, ma anticipa nel suo indirizzo escatologico un nuovo ordine di rapporti tra le persone teso a diventare lievito di trasformazione del tessuto sociale. Tale dinamica, che è ancorata e illuminata attraverso l’evento di Gesù Cristo nei princìpi e nei valori immutabili impressi da Dio creatore nella sua creatura, non viene però stabilita nella sua determinazione concreta una volta per tutte, bensì lasciata, quanto alla sua elaborazione ed incarnazione, alla realtà di una prassi di vita che si dischiude entro l’esperienza della comunità cristiana inserita nei dinamismi del mondo e del tempo, e anche, di conseguenza, a partire dai germi disseminati nel vasto campo della storia della predicazione del vangelo. […]
Le comunità cristiane sono chiamate ad approntare, o, dove già vi siano, a dare ulteriore incremento e respiro, a quegli spazi di vita relazionale al loro interno e nell’apertura dialogica alla realtà sociale nel suo insieme, in cui le condizioni per l’azione e l’interazione umana, trasformate grazie alla promessa di grazia incondizionata da parte di Gesù Cristo, diventino sperimentabili e in cui si possa vivere concretamente il cambiamento del progetto sociale mediante il cambiamento delle condizioni esistenziali e pratiche che lo rendono possibile. Tali spazi e i laboratori di progettazione sociale ed economica che ne derivano, in particolare, possono costituire l’humus propizio in cui il principio di sussidiarietà, collegato a quello della solidarietà e della condivisione, diventa effettivamente operante e fecondo. In tali spazi relazionali, infatti, il principio di sussidiarietà, in cui l’azione di un soggetto è sussidiaria all’altro soggetto non solo perché gli presta aiuto in caso di necessità, ma lo promuove nella sua dignità e nella sua autonoma responsabilità, spontaneamente genera e postula a un tempo la reciprocità. […]. Di conseguenza, in base allo stato attuale delle scienze sociali ed economiche, vanno cercati, elaborati e proposti quelle norme e qui modi operativi che rendano praticabile e condivisibile una tale prassi all’interno di una società complessa e globale come quella contemporanea, organizzata secondo le leggi del mercato e della divisione del lavoro. Norme e modi operativi concreti, in questo caso, non sono le premesse, ma il compito di elaborazione culturale che deve scaturire da una innovativa esperienza di prassi cristiana.
(da P. Coda, Economia, in P. Coda, G. Filoramo (a cura di), Il Cristianesimo. Grande dizionario, 2 voll., Torino, Utet, 2006, vol. I, pp. 287-89).
Riferimenti Bibliografici
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.