Superando un’ontologia improntata sulla purezza essenzialistica e all’autarchia culturale dell’uomo, si sta affermando una nuova visione del concetto di umanità fondata sulla contaminazione con l’alterità non-umana. La perfusività dell’innesto biotecnologico, l’orizzontalità del bio-realm inaugurata dall’ingegneria genetica, la connettività dei supporti tecnologici resa possibile dalla miniaturizzazione dei sistemi informatici e la sempre maggiore bio-compatibilità di interfaccia sono solo alcuni dei tratti attraverso cui si va delineando il profilo post-human. D’altro canto l’avvento di alcune acquisizioni di avanguardia come le nanotecnologie, l’ingegneria proteica, la bio-computing, l’utilizzo delle cellule staminali fanno dell’uomo un frutto ibrido in continua trasformazione e ridefinizione. In questo senso ci stiamo avviando verso una nuova stagione della poietica umana che trasforma radicalmente il concetto di hybris, da atto che offende l’essere umano a momento centrale della stessa ontogenesi.
Riferimenti Bibliografici
- G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Milano, 1976;*
- A.R. Damasio, Alla ricerca di Spinoza, Milano, 2003;*
- D. de Kerckhove, Brainframes. Mente, tecnologia, mercato, Bologna, 1993;*
- A. Gehlen, L’uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo, Milano, 1983;*
- D.J. Haraway, Manifesto cyborg, Milano, 1999;*
- F. Remotti (a cura di), Forme di umanità, Torino, 1999.*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
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