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[…] Molteplici sono le forme possibili del dialogo interreligioso. Varrà la pena, qui, di riprendere quelle elencate in due importanti documenti già menzionati, Dialogo e missione e Dialogo e annuncio, del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ricordando che non sono poste in ordine di priorità. La prima modalità ricordata è il dialogo della vita, quello in cui le persone, vicendevolmente ben disposte, si sforzano di vivere in uno spirito di apertura e buon vicinato, condividendo le rispettive gioie ele pene, i problemi e le preoccupazioni umane. La seconda riguarda il dialogo delle opere, che si attua quando i cristiani e gli altri uomini e donne di fede collaborano in vista dello sviluppo integrale e della liberazione dei popoli: alla solidarietà verso il vasto mondo della sofferenza, la promozione della giustizia sociale e la pace fra le genti. Si tratta di due livelli di dialogo possibili sempre, fra l’umanità «che Dio ama», e che in qualche modo ritengo preliminari agli altri: tale, perlomeno, è la mia personale esperienza, soprattutto coi fratelli e le sorelle che vivono nell’islam, sperimentata in anni di «Incontri cristianio-musulmani» come quello che dal 1996 vengono condotti a Modena. La terza modalità è quella del dialogo degli scambi teologici, in cui gli esperti delle diverse parti in causa cercano non solo di giungere a un «minimo denominatore comune», ma anche di approfondire la comprensione reciproca delle loro rispettive eredità religiose, fino ad apprezzare, in tal modo, i valori spirituali gli uni degli altri. Qui lo scopo è di prestare un coraggioso servizio alla verità, evidenziando sia aree di convergenza sia differenze fondamentali, nello sforzo sincero di superare pregiudizi e malintesi che non sono certo mancati lungo i secoli. L’ultima è rappresentata dal dialogo dell’esperienza religiosa, quello che avviene allorchè persone radicate nelle proprie tradizioni religiose condividono le loro ricchezze spirituali, il loro «tenere le braccia tese verso ilo cielo»: ad esempio, per quanto riguarda la preghiera e la contemplazione, la fede e le vie della ricerca di Dio o dell’assoluto. L’esercizio della contemplazione, in particolare, risponde all’immensa sete di interiorità propria delle persone spiritualmente in ricerca e aiuta tutti i credenti a penetrare più profondamente nel mistero di Dio. […]
(B. Salvarani, Vocabolario minimo del dialogo interreligioso. Per un’educazione all’incontro tra le fedi, EDB, Bologna, 2003, pp. 41-42)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.