Questa lezione si articola in tre punti, che prendono tutti avvio dal Corano, il Libro santo dell’Islam. Nel contesto delle differenze e compresenze di genere, si analizza per prima la figura più importante e impositiva, la figura di Dio, lavorando sui nomi divini al-Rahman e al-Rahim. Tali nomi, importantissimi perché spiccano in testa alla gran parte delle sure coraniche nonché alle liste dei ‘Novantanove Bellissimi Nomi’, condividono non solo l’etimologia di rahma, ovvero benevolenza divina, ma anche di rahim o rahm, ovvero l’organo femminile deputato alla gestazione. Il possibile riconoscimento nel Dio coranico di una funzione materna, alla quale non può che sottendere una qualità femminile, è argomento recentemente dibattuto tra gli islamologi, particolarmente tra gli autori propensi a spogliare Allah degli attributi correlabili alla violenza e all’implacabilità nel giudizio. E’ una questione grave, che questa lezione intende definire più attentamente: innanzitutto rilevando se l’idea di un Dio inclusivo della femminilità e caratterizzato anche dalla funzione materna sia davvero coranica; e quindi indagando sulla presenza o meno di tale idea nell’Islam post-coranico, nella teologia e nella fede musulmana in generale.
Si prendono successivamente in esame le figure dei progenitori nei racconti coranici dedicati alle loro vicende, i quali riecheggiano in buona parte le Scritture, canoniche o apocrife, dei monoteismi precedenti. Isolando le diversità, spicca nella versione coranica della genesi l’assenza di una successione temporale delle creazioni e delle distinzioni: il Libro dell’Islam dipinge un cosmo tutto attuale e compresente, nel quale la donna abita il giardino paradisiaco, ode gli ordini e le interdizioni del Signore, disubbidisce e patisce la punizione con l’uomo, come l’uomo e contemporaneamente a lui, senza alcuna specificità propria. La lezione intende trattare, alla luce della prima donna biblica, la figura della prima donna coranica: priva di nome proprio e qualificata semplicemente come l’altra parte, il corrispettivo di Adamo, essa mal si distingue dal suo compagno, suggerendo l’idea, esplorata peraltro anche dalla letteratura rabbinica, di una sola creatura primordiale non qualificabile per via del genere.
Una decisa compresenza dei generi si ritrova infine nella figura coranica di Maria madre di Gesù, compresenza rilevabile anche nella figura mariana protocristiana. Genitore unico di Gesù, nella narrazione coranica Maryam si rivela inoltre per molti versi inscindibile da suo figlio; entrambi rivestono così l’uno per l’altro quel ruolo di corrispettivo già considerato nelle figure dei progenitori. Se nei casi del Creatore e dei progenitori la tradizione musulmana post-coranica tende a ignorare ogni compresenza dei generi, invece le peculiarità maschili di Maryam vengono raccolte e attentamente discusse dall’esegesi in quanto sostegno necessario al carattere semi-profetico della madre di Gesù.
Riferimenti Bibliografici
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