Se manca tuttora un elenco esaustivo dei beati che sono stati oggetto di culto locale prima dell’istituzione della congregazione dei riti e se testimonianze di culti popolari contrastati dalle autorità ecclesiastiche possono venire solo occasionalmente alla luce, i dati quantitativi che possediamo circa le persone morte in concetto di santità che hanno avuto continuità di culto e hanno ricevuto un riconoscimento istituzionale che consentono di indicare nella presenza femminile uno dei dati più significativi nell’arco cronologico che va dall’ultimo decennio del Quattrocento alla metà del Cinquecento. Né mancano del resto studi e documenti che testimoniano la fama di santità nello stesso periodo di religiose, mistiche e visionarie il cui culto, mai approvato dalla chiesa, è stato tramandato attraverso leggende agiografiche scarsamente conosciute.
Queste testimonianze, che consentono di ampliare il già lungo inventario di donne devote ufficialmente riconosciute come beate e pongono il problema della mancata estensione, o in qualche caso, della riprovazione del culto iniziato intorno a «sante» che godettero in vita di un’ampia notorietà, possono venire considerate come espressione dell’interesse popolare o di circoli religiosi e intellettuali verso le «sante vive». (…)
Dedite a una presenza attiva nella società nel ruolo di soccorso ai poveri e ai bisognosi ma ancor più maestre, queste donne devote debbono tuttavia la loro fama di santità ai doni mistici di cui sono insignite. Parche nel cibo, assidue nell’orazione, severe nelle discipline, esse vivono in perfetta astinenza, sono rapite in estasi e rinnovano nel corpo la passione del Signore.
(da G. Zarri, Le sante vive. Profezie di corte e devozione femminile tra ‘400 e ‘500, Torino, 1990, pp. 90-91, 106)
Riferimenti Bibliografici
– J. Bossy, Dalla comunità all’individuo. Per una storia storia sociale dei sacramenti nell’Europa moderna, Torino, 1998;*
– A. Prosperi, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Torino, 1996;*
– G. Zarri, Recinti. Donne clausura e matrimonio nella prima età moderna, Bo-logna, 2000;*
– N. Zemon Davis, Le culture del popolo. Saperi, rituali e resistenze nella Francia del Cinquecento, Torino, 1980.*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.