La conferenza avrà come principale oggetto il Colloquium Heptaplomeres, considerato nel suo rapporto con il concetto umanistico di “concordia” e di “tolleranza”. Inizierà dalla descrizione del palazzo di Coroneo, il patrizio veneziano che ha accolto nella sua dimora i rappresentanti di tutte le tradizioni religiose: cristiani (cattolici, luterani e calvinisti), ebrei, musulmani, credenti nella “religione naturale”, ecc., e mostrerà come il palazzo voglia essere compendio del mondo (biblioteca, pantoteca, raccolta degli strumenti delle arti), una sorta di enciclopedia totale. E appunto per questo, è l’unico ambiente, nell’unica città libera (la “Venezia immaginaria” del Bodin), che possa permettere il confronto tra tutte le fedi, condotto con la speranza di giungere ad un accordo universale.
Il discorso affronterà, poi, la discussione condotta dai sette sapienti, ospiti di Coroneo, alla ricerca della religione più perfetta e più degna di essere seguita; e si soffermerà particolarmente sul confronto sia tra le diverse religioni cristiane, sia su quello, fondamentale, tra cristiani, ebrei e musulmani. Il Bodin rivela qui il suo netto e radicale monoteismo che lo induce a sottolineare, con particolare insistenza la critica al trinitarismo cristiano dei sostenitori delle altre “religioni del Libro” e, in sostanza, ad avvicinarsi alle forme più radicali del pensiero religioso cinquecentesco. Comunque, il colloquio rivela l’impossibilità di raggiungere quella concordia tra le fedi che era stata lo scopo finale della riflessione del Pico e che era stata poi perseguita anche dal dotto visionario e “profeta” Guillaume Postel. Ma, se la diversità insuperabile delle varie “fedi” e la loro certezza di essere tutte la più alta e pura espressione del divino impedisce che esse “concordino”, resta, però, sempre aperta la via della tolleranza reciproca e del comune lavoro per accrescere la conoscenza e rendere più efficace l’opera degli uomini. Si può, dunque realizzare una superiore “armonia”, simile a quella che nell’ordine universale contempera la pluralità con l’unità e il diverso con l’identico; e ne è simbolo il cantico comune che conclude il Colloquium, nel segno del rispetto tra tutti i modi umani di intendere e manifestare il “divino”.
Riferimenti Bibliografici
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- Y.C. Zarka (a cura di), Jean Bodin, nature, histoire, droit et politique, P.U.F., Paris, 1996.*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.