Culture del corpo e condizione umana

Ciclo di lezioni, ottobre 2007 - gennaio 2008


I corpi sono sempre più soggetto e oggetto della società dei consumi e dell’immagine, divisi tra una loro continua presenza nell’industria culturale e una loro progressiva scomparsa dalla sfera pubblica. Processi di emancipazione e di liberazione del corpo si accompagnano a processi di controllo e di dominio, così come forme di naturalizzazione si accompagnano a forme crescenti di astrazione e "spiritualizzazione". Senza dubbio, il corpo non è – né è mai stato – semplicemente "naturale" o "originario", ma è il risultato attivo e concreto dell’evoluzione, il luogo in cui agisce l’immaginazione e in cui si inscrive, come scrittura codificante, la cultura umana. Nel suo lungo processo, essa ha teso a normalizzare la vita corporea condensandola in immagini "eterne", capaci di rispondere alla questione della morte e di articolarne la comprensione, di volta in volta, come una gabbia o un carcere da abbandonare, una "protesi" della potenza umana, un fattore di disturbo sulla strada della spiritualizzazione, un soggetto in cui si esercita l’esperienza sensibile, un luogo di disciplinamenti sociali e di repressioni politiche. Questo quadro ha subìto nella contemporaneità una decisiva trasformazione verso una radicale spiritualizzazione del corpo, che è stato privato di un’orizzonte naturale e di uno sfondo ontologico di appartenenza in favore di una sua univoca e universale collocazione come immagine, sempre più potente in quanto riproducibile elettronicamente all’infinito. Questo processo di spiritualizzazione procede su più piani (antropologico e sociale, economico e politico, biologico e simbolico) per operare una negazione della contingenza e un addomesticamento della finitezza sulla quale incidono soprattutto le nuove tecnoscienze umane, alle quali è affidato il compito di riprodurre e manipolare artificialmente i corpi e le facoltà dell’uomo. Tuttavia, la domanda sul carattere proprio del corpo inteso come "materia" non è per questo eliminata. Accanto ai processi di astrazione è infatti possibile assistere a una rinnovata attenzione nei confronti della contingenza del "corpo proprio" e delle ibridazioni post-umane, tanto che questioni come nascita e morte, dolore e felicità recuperano spazi per una cura concreta del sensibile, del contingente e del corporeo.

Il ciclo di lezioni del Centro Culturale si propone di avviare una riflessione, di carattere interdisciplinare, sulla questione del corpo quale terreno privilegiato attraverso cui osservare e discutere le trasformazioni delle soggettività e delle società contemporanee. L’analisi degli aspetti antropologici, culturali e sociali che attualmente caratterizzano la questione della corporeità è integrata dall’indagine di alcuni snodi storici in cui rintracciare, in prospettiva comparata, momenti di svolta nella considerazione del corpo all’interno del processo di civilizzazione. Emergono così almeno tre snodi storici decisivi per l’analisi delle trasformazioni delle concezioni della corporeità. Nella classicità greca si profila – seppur con cesure e distinzioni tra autori e discipline diverse – un’immagine unitaria e allo stesso tempo articolata del corpo, dotato di una sua propria funzionalità, interagente con l’anima in un’integrata unità psico-fisica dell’umano. Pur alla luce di una netta distinzione tra anima e corpo, nella cultura cristiana medievale vengono elaborate concezioni della corporeità non univocamente connotate dal vizio e dalla caducità: proprio perché il peccato può essere non solo carnale, ma anche spirituale, il corpo dimostra di possedere una propria dignità che rinvia alla possibilità di perfezione del sé e di realizzazione dei precetti cristiani. Il fragile equilibrio tra anima e corpo che contraddistingue le concezioni antiche e medievali perde progressivamente la propria rilevanza in età moderna soprattutto a causa dell’elaborazione di nuove pratiche mediche e giuridiche di disciplinamento dei corpi elaborate dalle istituzioni politiche, tanto da giungere a forme di regolazione sociale dei corpi naturali e di regolazione medica dei corpi sociali. La fortuna di questa concezione del corpo come "oggetto" è tuttora sotto i nostri occhi: con l’idea di corpo inteso come luogo esteriore in cui si inscrivono – a livello interiore – le pratiche di controllo, si rende infatti disponibile il dispositivo teorico che fonda la questione biopolitica, che tanta rilevanza avrà a partire dalle tragedie totalitarie e dai genocidi pianificati del Novecento, fino alle attuali aberrazioni della violenza sistematica su corpi inermi e vulnerabili, ridotti a puro bios e a luoghi impersonali su cui esercitare un’ideologica volontà di potenza.

Riepilogo

Anno accademico
Tema
  • Culture del corpo e condizione umana
Periodo
Informazioni e contatti La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni L'animale umano gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005) e, nei limiti della normativa vigente, prevede l'esonero dal servizio per i partecipanti.
Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena.

tel. 059/421210, fax 059/421260

cc@fondazionesancarlo.it

www.fondazionesancarlo.it

Conferenze

19/10/2007

Christoph Wulf

Centro Culturale

07/11/2007

Vizi e virtù della corporeità nella cultura medievale

Carla Casagrande

Centro Culturale

23/11/2007

Forme mediche di regolazione sociale in età moderna

Alessandro Pastore

Centro Culturale

07/12/2007

Natura e appartenenza al sensibile

Mauro Carbone

Centro Culturale

18/01/2008

Figure femminili della cura e della violenza

Adriana Cavarero

Centro Culturale

25/01/2008

Le tecnoscienze contemporanee e la condizione umana

Massimo De Carolis

Centro Culturale