Spesso catalogate nella sfera della "dimensione etica" come aspetti marginali delle politiche internazionali, le operazioni di aiuto umanitario sono, al contrario, un elemento chiave della presenza dell’Unione Europea sulla scena internazionale fin dai primi anni Ottanta. Le ragioni di questa percezione risiedono in due fattori: da un lato, l’azione umanitaria viene considerata un "caso limite", un’eccezione rispetto alle ordinarie azioni politiche, che peraltro nei bilanci dei paesi occidentali si caratterizza semplicemente come capitolo di spesa; dall’altro lato, l’azione umanitaria soffre della linea culturale dominante, di carattere "funzionalistico", attraverso la quale vengono interpretate le politiche europee. Nella pubblicistica europea viene infatti comunemente accettata la riduzione della politica estera dell’Unione alla sfera delle relazioni internazionali di carattere diplomatico, tanto che solo in pochi casi la stessa pubblicistica giunge a sottolineare la centralità delle politiche commerciali per il concreto sviluppo di una comune politica estera europea. In questa prospettiva, viene sottostimato il fatto che una parte fondamentale delle relazioni esterne dell’Unione Europea consiste proprio nell’attuazione degli aiuti umanitari, il cui scopo è assistere con beni e servizi – senza alcuna discriminazione e sulla base di criteri di imparzialità – le popolazioni dei paesi vittime di catastrofi (sia naturali che belliche) o di crisi strutturali, così da prevenire o alleviare le sofferenze, cercando di garantire almeno i minimi criteri di sviluppo umano (per esempio, in meri-to alla tutela dell’infanzia). Negli ultimi anni l’Unione Europea e i suoi Stati membri sono diventati il primo donatore a livello mondiale, fornendo più della metà degli aiuti internazionali, distribuiti in circa novanta paesi attraverso una rete organizzativa che conta oltre duecento partner. Sui criteri di ripartizione di questi aiuti esi-stono naturalmente dibattiti teorici e controversie politiche, tanto che recentemente l’Unione ha mirato a sviluppare strategie ed obiettivi trasversali non solo a breve termine, in grado cioè di sviluppare migliore coordinamento ed efficaci sinergie tra politiche di prevenzione, interventi d’urgenza, strategie di sviluppo e obiettivi tematici "orizzontali" (per esempio, la questione delle risorse idriche e della tutela ambientale nei "paesi in via di sviluppo").
Con la sesta edizione del seminario di cultura europea "Le frontiere dell’Europa", il Centro Culturale intende analizzare gli aiuti umanitari come uno degli elementi chiave dell’azione esterna dell’Unione Europea. A partire da una discussione dello statuto teorico dei diritti umani nella prospettiva della democrazia cosmopolitica – cui corrisponde una discussione altrettanto fondativa sulle ambiguità politiche, giuridiche e morali delle guerre umanitarie – il seminario dedicherà particolare attenzione a due aspetti distinti, seppur correlati: da un lato, gli aiuti veri e propri (con riguardo alla distinzione tra i casi di emergenza, il soccorso alimentare e l’intervento in favore dei profughi e dei rifugiati), coordinati dall’agenzia europea ECHO; dall’altro lato, le politiche di cooperazione e di ricostruzione nei "paesi in via di sviluppo" coordinate dalla Commissione Europea. Naturalmente, come spesso avviene nelle politiche europee, le modalità di attuazione delle azioni umanitarie si fondano sul principio di sussidiarietà. Da questo punto di vista, l’efficacia di tali azioni risulta essere massima solo là dove esiste coordinamento tra le politiche degli organismi internazionali (soprattutto l’ONU, con le sue agenzie di riferimento, dalla FAO all’UNHCR), delle istituzioni comunitarie, dei governi nazionali e degli enti locali – politiche spesso attuate in partenariato con le organizzazioni che operano sul campo, dalle associazioni che afferiscono alla Croce Rossa Internazionale alle varie organizzazioni internazionali non governative (ONG), come la Caritas. Per questo motivo, ulteriori momenti di riflessione del seminario saranno dedicati, da un lato, all’analisi delle politiche di cooperazione decentrata perseguite dagli en-ti locali attraverso progetti di aiuto allo sviluppo; dall’altro lato, all’analisi del ruolo delle organizzazioni no profit nella gestione delle crisi internazionali. A partire dal-la verifica di queste interrelazioni strutturalmente multilaterali, gli aiuti umanitari si presentano come uno dei terreni su cui si esercita la modalità specificamente euro-pea di multilevel government, nel quale le procedure di coordinamento non signifi-cano affatto una mancanza di assunzione di responsabilità perché, al contrario, rappresentano proprio una forma concreta di attuazione del multilateralismo nella complessità del mondo globale, allo scopo di attuare politiche efficaci per un go-verno del pianeta più giusto e solidale.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. Su prenotazione sono resi disponibili saggi, documenti e materiali informativi che permet-tono l'approfondimento delle singole lezioni. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il seminario gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005). Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena Tel. 059/421210, fax 059/421260 cc@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it |