La storia dell’Unione Europea, pur non avendo ancora assunto i caratteri della “lunga durata” caratteristici invece della storia d’Europa, è segnata da numerose ‘rivoluzioni’ politiche ed economiche che hanno contrassegnato tutti i recenti tentativi di conciliare “storia” e “geografia” dell’Europa attraverso la progressiva costruzione di uno spazio europeo di “libertà, sicurezza e giustizia”: dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1951) all’adesione del Regno Unito, della Danimarca e dell’Irlanda (1973), dalla prima elezione del Parlamento Europeo (1979) alla riunificazione della Germania (1990), dal Trattato di Maastricht (1992) all’introduzione dell’Euro come moneta unica (2002), l’Europa ha conosciuto fasi di sviluppo – anche ‘dialetticamente’ problematiche – che hanno in ogni caso contribuito a promuovere un nuovo ruolo geopolitico dell’Unione come decisivo attore internazionale. Da questo punto di vista, la vicenda politica definita come allargamento dell’Unione Europea (2004) costituisce allo stesso tempo un momento di “continuità” e di “discontinuità” nella storia europea recente: infatti, malgrado l’estensione geografica dell’Unione sia spesso mutata in questi decenni, l’attuale allargamento (a paesi come Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Ungheria) sembra assumere i contorni di una vicenda epocale. A livello di politica interna europea l’allargamento non costituisce ‘solo’ un ulteriore opportunità per le prospettive di pace, di democrazia e di sviluppo economico, visto che la nuova Unione composta da circa 460 milioni di abitanti sarà in grado di rispondere con maggiore efficacia alla crisi della centralità politica, economica e demografica dell’Europa nel contesto mondiale. L’allargamento dell’Europa politica – che rende evidente la discontinuità tra età moderna ed età globale – costituisce un passo necessario, sebbene non sufficiente, per la ristrutturazione in direzione multipolare e multilaterale dei ‘tavoli’ decisionali in materia politica, economica e militare (il riferimento è per esempio all’ONU, alla NATO, al FMI) oggi attivi su scala globale.
Con il terzo seminario dedicato alle “Frontiere dell’Europa”, il Centro Culturale intende proporre un approfondimento delle questioni e dei problemi legati all’allargamento dell’Unione – dalla creazione di una comune politica estera alla governance dell’economia su scala globale, fino alla rilevanza socio-economica della questione demografica. Proprio per il suo carattere epocale, l’allargamento offre infatti opportunità che allo stesso tempo costituiscono anche problemi aperti. Il primo di questi problemi è relativo alla struttura istituzionale della futura Unione composta da 25 paesi membri – problema per la cui soluzione è attualmente al lavoro la Convenzione sul futuro dell’Europa, che ha il compito di disegnare la “Costituzione europea” attraverso il riequilibrio delle relazioni tra organismi comunitari (Commissione, Parlamento) e governativi (Consiglio), così come tra istituzioni europee, nazionali e locali. Tuttavia, se la nuova Costituzione politica non vuol presentarsi solo come cornice legale e procedurale, la “questione allargamento” deve essere pensata in prospettiva storico-culturale e inserita nella lunga serie dei processi di riorientamento dell’identità politica europea e della ‘natura’ dell’Unione. Ma non solo: così come la democrazia contemporanea non può confinare il proprio raggio di azione al livello della proceduralità formale – pena il suo ‘svuotamento’ e la sua riduzione a mero sistema di neutralizzazione dei conflitti –, allo stesso modo la nuova Europa non può prescindere dalla considerazione della dimensione civile e sociale della vita comune. In questo senso, le questioni legate alle politiche di difesa e di sicurezza o alle politiche economiche su scala globale non rappresentano ‘solo’ un tentativo di ricostruire le politiche di integrazione tra i diversi attori internazionali sul terreno della globalizzazione, ma anche e soprattutto il punto di confronto su cui la nuova Europa è chiamata a fornire modelli di sviluppo politico, sociale, economico compatibili con i valori iscritti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. Su prenotazione sono resi disponibili saggi, documenti e materiali informativi che permettono l’approfondimento delle singole lezioni. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il seminario è inserito tra le iniziative di aggiornamento insegnanti per l’Anno Scolastico 2002/2003. Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena, Tel. 059/421240, fax 059/421260 cc@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it |