Questo ciclo di lezioni – come i precedenti dedicati al viaggio, alla preghiera e alla santità – si propone di comprendere le trasformazioni dell’esperienza religiosa a partire dalla modernità. L’analisi rivolta alla sfera della vita quotidiana permette di cogliere sia la discontinuità rispetto al passato – in particolare rispetto alla centralità sociale della religione – sia la continuità d’esperienza che ci ancora alla tradizione, anche quando il sacro si sgancia dalle istituzioni per divenire una risorsa di cui autonomamente gli individui si servono per conferire senso alle proprie azioni.
Lo studio della dimensione religiosa dei comportamenti alimentari – colti nella varietà storica delle loro manifestazioni – permette, in particolare, di comprendere il modo in cui prendono forma i confini dell’identità religiosa e la dinamica del rapporto tra acquisizione e rinuncia che presiede alla ricerca della perfezione individuale.
Il ciclo accoglie gli apporti della storia comparata delle religioni, della teologia, della sociologia e della psichiatria, senza proporre un’indagine esaustiva, ma rivolgendo l’attenzione a momenti e questioni maggiormente significativi. Della vita sociale e religiosa dell’antichità viene messo a fuoco soprattutto il pasto sacrificale, in cui si intrecciano la rievocazione di antichi rituali collettivi, la riaffermazione delle gerarchie sociali, il rapporto di comunicazione e scambio con il divino. Cacciare, uccidere, morire, mangiare sono gli atti che acompagnano il pasto sacro; i suoi elementi sono la carne e il sangue, il pane e il vino, referenti costanti del mistero della vita e della morte che si esprime nei ‘pasti totemici’, nei sacrifici vedici, nei banchetti delle religioni misteriche, fino alla cena cristiana che, nella sua specificità, resta fattore determinante della singolarità del mondo occidentale.
La sacralità della sfera alimentare viene colta anche nel suo aspetto di abnegazione: il regime alimentare si intreccia infatti con la ricerca ascetica della perfezione e con le condotte di vita virtuosa, divenendo veicolo di santificazione e di costruzione dell’identità personale. Le interdizioni alimentari (che nella tradizione ebraica e islamica esprimono la distinzione fondamentale tra puro e impuro) e la loro abolizione da parte del mondo cristiano (che distingue piuttosto grasso e magro, abbondanza e digiuno, festa ed espiazione) saranno infine indagate come luoghi di elaborazione del rapporto tra identità e alterità.
Riepilogo
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