Sede del piacere, ma anche luogo del dolore e spazio della sofferenza, il corpo occupa un ruolo di grande rilievo nell’aspirazione alla quiete e nella ricerca della perfezione. Per raggiungere le gioie dello spirito ci si esercita nella confutazione della carne, nella rinuncia al piacere, nel governo delle condotte di vita, nella pratica di rendere il corpo docile e obbediente al movimento dello spirito.
L’esercizio della mente e dell’anima richiede una disciplina e un dominio della corporeità che nel corso dei secoli ha prodotto pedagogie e pratiche che hanno permesso di accedere a sublimi esperienze ascetiche e di elaborare sofisticate tecniche di controllo del sè.
Il ciclo di lezioni si occupa proprio di questo aspetto e intende mettere a fuoco il ruolo della corporeità nei percorsi di ricerca della salvezza e, in particolare, la connessione che gli esercizi e le discipline hanno con gli ideali di perfezione e la costituzione della coscienza religiosa. L’indagine comprende sondaggi nel mondo antico, medievale e moderno e sguardi comparativi verso le religioni del medio e dell’estremo oriente, avendo comunque di mira la comprensione del rapporto religione modernità e il nesso salute e salvezza.
Il ciclo esamina le discipline del corpo selezionando alcuni snodi fondamentali: un luogo emblematico della tentazione – il deserto – dove le virtù dell’asceta sono messe duramente alla prova dal demonio; il ricco dispositivo rituale e retorico che, a partire dagli ultimi secoli del Medio Evo, elabora i temi della caducità e della transitorietà inserendosi nella tensione tra la fisicità del Papa e l’istituzione del papato; le forme penitenziali dell’età barocca tra quietismo e mistica del corpo indifferente. I sondaggi nel medio e nell’estremo oriente si propongono inoltre di comprendere le tecniche di dominio del corpo e controllo della mente nelle tradizioni religiose dell’India – per esempio le pratiche yoga – e l’esperienza estrema dei miira giapponesi, gli asceti automummificati in vita, i cui corpi sono ancora oggi venerati in alcuni templi solitari sulle pendici della montagna sacra di Yodono. Ma il corpo sottoposto alla disciplina e alla rinuncia interroga le religioni anche sull’attualità del compito terapeutico e sanante che in passato – molto più di oggi – esse si attribuivano.
> Di fronte alla malattia che svela il “lato notturno” della condizione umana, il margine “eroso” della sofferenza ripropone l’interrogativo sul confine tra salute e salvezza e sul rapporto tra la vita in questo mondo e la promessa di un altro cielo.
Riepilogo
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